La deliberazione del Consiglio di Padova del 1485 di costruire quel campanile fu vana, perché i membri della Commissione non andarono d'accordo sul posto dove elevarlo. Alessandro Borromeo proponeva di fabbricarlo nell'angolo presso la chiesa dalla parte del Gattamelata. Il nobile Francesco da Legnaro voleva che si pregassero i nobili Papafava di concedere la demolizione delle loro tombe affine di erigere in quel sito il tanto discusso campanile. Antonio Turchetto lo voleva lontano dalla Chiesa dove oggi è il piccolo piazzale davanti al Museo. Ma un giorno la discussione fu tanto vivace che molti delegati abbandonarono di gran corsa la sacrestia dove si tenevano le riunioni, e pare che sia stato scambiato anche qualche pugno, e del campanile non si parlò più per qualche anno. Nel 1489 avendo deputati dell'Arca fatto collocare due organi nei pilastri davanti al coro, senza il permesso del Consiglio, questo emise un decreto ordinante che i denari dell'Arca si dovevano spendere per la costruzione del campanile e non per altri motivi, e fece senz'altro cominciare i lavori dietro la chiesa dove ora trovasi la casa Dal Zio, anzi in quel posto si vedono ancora le fondamenta. I frati del Santo ricorsero contro questo decreto al Governo di Venezia, e saputo ciò il Consiglio di Padova mandò alla Serenissima due ambasciatori. L'esito di questa ambasciata campanilesca non risulta dai documenti, e la questione è sospesa ancora oggi, e la Basilica continua gloriosa senza campanile.
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